La terapia EMDR

La terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che in italiano significa “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”, è stata sviluppata negli anni ’80 dalla psicologa americana Francine Shapiro.

La Shapiro aveva notato che quando guardava in modo casuale gli oggetti intorno a lei mentre pensava ai suoi problemi, i suoi pensieri diventavano meno intensi e avvertiva una maggiore calma. Ciò l’ha portata a ipotizzare che il movimento degli occhi potesse avere un effetto terapeutico.

Nel 1989, Francine Shapiro ha pubblicato il suo primo studio sull’EMDR, in cui ha descritto il protocollo di terapia che utilizzava il movimento degli occhi per trattare il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). Da allora, l’EMDR è diventata una pratica terapeutica diffusa in tutto il mondo, utilizzata per trattare vari disturbi psicologici oltre al PTSD, tra cui l’ansia, la depressione, le fobie, le dipendenze, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi alimentari.

L’ampliamento dello spettro di disturbi trattati attraverso questa tecnica deriva dal riconoscimento della comunità scientifica della prevalenza di eventi traumatici nei disturbi mentali, dalla ricerca e dalla pratica clinica.  

L’importanza dell’impatto delle avversità durante l’infanzia nell’esordio della sofferenza psicologica è stata ampiamente dimostrata: la morte di un genitore, il divorzio, l’abbandono, la presenza di un disturbo psichiatrico in uno o entrambi i genitori, la presenza di genitori tossicodipendenti, alcolisti o con condotte criminali, la violenza familiare subita o assistita, l’abuso fisico, psicologico o sessuale, il neglect (trascuratezza), le difficoltà economiche familiari, ecc. sono tutti fattori traumatici rilevanti per l’esordio di disturbi psichici.

L’EMDR è una terapia che è stata sviluppata, appunto, per aiutare le persone a superare i traumi psicologici alla base di questi disturbi e viene attualmente utilizzata come approccio terapeutico in molti contesti clinici.

L’efficacia dell’EMDR è stata dimostrata in numerosi studi clinici ed è attribuita al fatto che questa tecnica aiuta la persona a processare le esperienze traumatiche in modo più adeguato e completo rispetto a quanto avviene naturalmente.

L’EMDR aiuta la persona a rielaborare i ricordi traumatici attraverso una serie di procedure che includono la stimolazione bilaterale, come ad esempio il movimento degli occhi o il tocco alternato delle mani.

In pratica, durante una sessione di EMDR, il terapeuta invita la persona a focalizzare la propria attenzione su un particolare ricordo traumatico, mentre contemporaneamente si muovono gli occhi a destra e a sinistra, si ascolta un suono alternato destra-sinistra o si utilizzano altre forme di stimolazione bilaterale (ad esempio il “tapping”).

L’EMDR mira a ridurre la reattività emotiva associata ai ricordi traumatici, consentendo alla persona di affrontare i ricordi in modo più efficace senza essere sopraffatta dalle emozioni.

Inoltre, l’EMDR può aiutare a cambiare i modelli di pensiero e di comportamento disfunzionali che possono derivare da un trauma. Ad esempio, può aiutare la persona a sviluppare nuove risposte emotive e comportamentali alle situazioni che precedentemente scatenavano una forte reazione emotiva.

Ci sono diverse teorie sulla ragione per cui l’EMDR può essere efficace. Una teoria è che la stimolazione bilaterale possa aiutare a ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico, che è coinvolto nella risposta al trauma e allo stress. Ciò può aiutare il paziente a sentirsi più calmo e in grado di affrontare l’esperienza traumatica.

Inoltre, l’EMDR sembra avere un effetto positivo sulla memoria a lungo termine. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la stimolazione bilaterale può aiutare a creare nuove connessioni neuronali e modificare il modo in cui l’esperienza traumatica è memorizzata e recuperata.

In particolare, l’EMDR sembra essere efficace perché permette alla persona di rielaborare il ricordo traumatico in modo nuovo e più funzionale e di sviluppare nuovi modelli di pensiero e di comportamento che aiutano a superare i sintomi del trauma.

Un esempio di semplice comprensione sulla differenza tra un episodio stressogeno o traumatico elaborato e non elaborato è questo: una cosa è ricordare di aver avuto un grave incidente e di aver vissuto un’esperienza di grande dolore fisico e paura, una cosa è provare, nel rievocare l’episodio, la stessa sensazione emotiva, come se si fosse lì, in quel momento del passato, come se quella situazione la si stesse vivendo proprio in questo momento.

Le persone con un passato traumatico, ad esempio di abuso, quando raccontano gli eventi terribili che hanno vissuto, non sono gli adulti di oggi, ma quei bambini terrorizzati, soli, vulnerabili e impotenti che hanno fatto quelle esperienze: il trauma ferma il tempo ed è nel corpo e nella mente qualcosa di estremamente attuale.